di Giancarlo Grassi
Lontani i tempi in cui la Lega con il tricolore ci si nettava le terga, sempre a fini elettorali, essendo Fratelli e Sorelle d’Italia impegnati nel non riconoscere il nazifascismo, e il fascismo italiano, il buco nero che portò alle II Guerra Mondiale e alla Liberazione poi, Salvini vede aprirsi un orticello di voti (le ampie praterie le lasciamo a Calenda) e subito si butta nella coltivazione, a suon di fertilizzanti.
Se La Russa dice quel che dice ecco Salvini prontissimo a cogliere la palla al balzo e ben lontano – e non per sincerità – dai tempi in cui dichiarava a Radio 24 “Il tricolore non mi rappresenta, non la sento come la mia bandiera. Il tricolore è solo la nazionale di calcio, per cui io non tifo”, oggi decide di festeggiare la Liberazione d’Italia, in piena coerenza con le dichiarazioni di Zaia e nella nuova veste di politico che vampirizza i suoi alleati – anche se va detto che Giorgia Meloni non è Di Maio. Dunque il 25 aprile, tirato per la giacchetta da tutte e da tutti, ha un nuovo sostenitore. Vedremo quanto dura. Nel frattempo Elly Schlein ha occasioni su occasioni per menare fendenti al governo. C’è da sperare per lei che non ne perda nemmeno una.
A noi, cittadini e cronisti, non resta che assistere all’ennesima virata propagandistica di una politica spudorata che invece di governare pensa come togliere voti agli alleati in una perenne e suicida campagna elettorale.
(22 aprile 2023)
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