di Daniele Santi
Se il PD o chi per lui, che abbia voce in capitolo, volesse fare un rapido calcolo delle forze che sono affini al PD e che governano in molte parti d’Italia, in Emilia-Romagna ad esempio, con quello che viene chiamato campo allargato perché è sempre bello dare nomi altisonanti anche a ciò che non c’è, scoprirebbe che Meloni e fratelli e sorelle non sono maggioranza nel paese, e non lo sono nettamente.
Ma questi calcoli non si faranno perché Letta non è stato messo lì, e non ha accettato di mettersi lì, per vincere le elezioni, ma per non far naufragare un partito che non è mai stato a galla da solo. Vince a livello locale, perché ha una proposta, e viene sconfitto dalle Armate Brancaleone delle destre a livello nazionale perché non sa dove andare, dovendo accontentare tutte le sue correnti, quella renziana in primis.
Ora il PD, e Enrico Letta, dovrebbe dire agli italiani perché hanno scelto scientemente di perdere le elezioni sapendo di perderle. Non volevano avere tra i maroni un futuro prossimo da far tremare i polsi? Non volevano continuare a prendersi responsabilità per gli errori degli altri? Volevano l’agenda Draghi quando non esiste nessuna agenda Draghi? Sono stati ricattati dalla corrente pro-Renzi a favore dell’inciucio Calenda-Renzi che ha perso Calenda tanto il nome era il suo?
Resettatevi, dicevamo, e ripartite da zero. Non dal PDS né dall’aborto DS. Da zero. E siate sinistra sul serio. Il centro in questo paese abbonda. Se poi volete trasferire le istanze realmente di sinistra a Conte fate pure. Tanto se le è già prese. E già che ci siete, fate tacere Cuperlo.
(27 settembre 2022)
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