di Redazione #Sassuolo twitter@ERgaiaitaliacom #Politica
Il neoeletto sindaco di Sassuolo ha cominciato da subito a far vedere di che pasta è fatto: intanto il problema della città sono diventati gli stranieri nei giorni di mercato, prontamente allontanati – un po’ come fanno sotto i colonnati di San Pietro dove al sorgere del sole fanno sfollare i senzatetto che poi tornano nottetempo per dormire, ed hanno il coraggio di chiamarlo “decoro” – e poi una lettera che trasudava onnipotenza che al sol vergarla ha risolto [sic] un problema di blackout impedendo ad ore di ladri famelici e di potenziali violentatori seriali di invadere Sassuolo, ed ora è toccato alla memoria di Giulio Regeni. Impolverata come lo striscione che dal 2016 (troppo tempo!) era esposto all’esterno del palazzo comunale.
Troppa polvere è indecorosa, per chi ha il coraggio di chiamarlo “decoro”, così meglio toglierlo. Si ottengono così alcuni risultati: si restituisce “decoro”, si toglie polvere dalla città, la si usa per seppellire la memoria, e si accontentano gli elettori.
Perde un’occasione il buon sindaco neoeletto dal cuore leghista e dalla narrazione catastrofica: considerando che sono le autorità egiziane che si rifiutano di collaborare per fare chiarezza sulla morte di Giulio Regeni, come è arcinoto, il sindachissimo avrebbe avuto un’occasione giustificata per prendersela per niente gratuitamente come è costume del suo partito, con un governo straniero.
(22 giugno 2019)
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