di Giancarlo Grassi
No, non li abbiamo scelti noi gli augusti assessori della giunta Menani e se con l’obbligo vaccinale sono esplose contraddizioni così insanabili da portare alle dimissioni i fratelli ex Assessori Ruini – curiosamente il comunicato stampa sorvolava sulla parentela, una dimenticanza, senza dubbio – significa che Menani non è stato capace di ricomporre le fratture interne e tutto ciò che ci ha raccontato, comunicati stampa inclusi, erano balle.
Certo la faccenda ha i suoi risvolti positivi: finalmente, dopo la questione delle liste di proscrizione per chi elargiva elemosine che aveva portato Menani sulle pagine della stampa nazionale, con tirata d’orecchi dell’Avvenire (“fama, infamia, che importa? Sarò ricordato” [Shakespeare]) che per un baciapilista è un’onta più che una vergogna, Sassuolo e Menani – insieme ai fratelli ex-Assessori – tornano sulle pagine dei quotidiani nazionali.
Fanpage dedica infatti loro una pagina indimenticabile, con contorno di lazzi no vax – figurarsi se il problema era proprio quello – e la formula “esigenze personali”. Un capolavoro tutto leghista dentro il solco leghista del partito di Governo che vara i decreti anti covid e del partito agitatore che strizza l’occhio ai no vax. Ma la Lega è graniticamente unita. Come Salvini e Meloni, diciamo.
Menani non solo non è un politico, non solo è un pessimo Sindaco, non poco racconta male ciò che pretende di far credere, ma non è rimasto nemmeno solo: siamo certi che tra i possibili conigli (o conigliette) da estrarre dal cilindro ci possono essere almeno due persone sempre squisitamente no vax ma più, diciamo, discrete a emergere ancora una volta da quel crogiuolo leghista di ambiguità e incapacità politiche tipiche di chi cerca la poltrona come conferma alla propria esistenza e che preferisce la carica alla coerenza, pronto a lasciarla quando il suo credo personale e il racconto dell’esigenza del popolo non possono più andare a braccetto.
Insomma un colpo mortale a Menani che, per coerenza, dovrebbe dimettersi a sua volta avendo perso i due cavallini di razza della politica leghista sassolese, perché dopo avere raccontato per mesi che non c’erano questioni no vax con comunicati stampa ed accuse all’opposizione, le cose si vedono com’erano. E se i due fratelli ex-Assessori sono contrari al vaccino non è che abbiano fatto nulla di male, si sono giustamente dimessi da una giunta che andava in un’altra direzione retta da un partito che appoggia le misure di Draghi.
E’ Menani a dovere spiegare che bisogno c’era di raccontarla tanto male. Ricorderete il capolavoro di arrampicata sugli specchi per menarla sulla delibera che stanziava diecimila euro per conferenze nelle scuole superiori a sostegno del pensiero critico e contro quella che veniva definita dittatura culturale che era antivaccinismo allo stato puro. E Menani contro le opposizioni a dire il contrario: “La posizione dell’Amministrazione è chiara da sempre e non è assolutamente oggetto di discussione” tuonava dal suo regale trono di uomo che non tollera discussioni: “rispetto totale delle regole che assieme ai vaccini stanno salvando vite umane in un questo periodo di Pandemia, totale fiducia nei sanitari che da quasi due anni sono impegnati in prima linea per fronteggiare il Covid-19 e assoluto rispetto dell’autonomia scolastica con una fiducia totale nel personale insegnante”.
Poi continuava: “non c’è assolutamente l’intenzione di finanziare lezioni o progetti no vax. La delibera cui si fa riferimento, la numero 218 del 16 novembre, semplicemente mette a disposizione 10000 € per associazioni di promozione sociale e organizzazioni del terzo settore di ambito educativo-formativo-culturale, regolarmente iscritte nel Registro regionale, per realizzare progetti di laboratori o conferenze destinati agli alunni delle scuole secondarie di 2° grado di Sassuolo di educazione all’analisi critica dell’attualità. Progetti che saranno vagliati, prima di essere approvati, dall’Amministrazione stessa”.
Non ci si divertiva tanto a Sassuolo dall’elezione del Sindaco stesso: si vedeva da lontano come l’avventura si sarebbe conclusa. Tra frizzi e lazzi.
(10 gennaio 2022)
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