di Fabio Galli
I tagli ai finanziamenti dell’USAID decisi dall’amministrazione Trump stanno avendo conseguenze devastanti, in particolare sui programmi per l’HIV/AIDS in Africa. La mancata approvazione del rinnovo del PEPFAR, il programma statunitense che per vent’anni ha garantito cure a milioni di persone sieropositive, ha interrotto l’accesso ai farmaci salvavita per centinaia di migliaia di pazienti. Lo scrive il nostro sito Gaiaitalia.com Genova.
In Lesotho, Eswatini e Tanzania, 350.000 persone affette da HIV hanno perso l’accesso alle cure, comprese migliaia di donne incinte che ora rischiano di trasmettere il virus ai propri figli. Molti ospedali e centri di assistenza hanno chiuso, lasciando un vuoto sanitario drammatico. In Sudafrica, la Desmond Tutu Health Foundation ha stimato che i tagli potrebbero portare alla morte di 500.000 nei prossimi dieci anni, mentre in Kenya 1,4 milioni di pazienti sieropositivi non ricevono più medicinali a causa della sospensione dei fondi USA, che ha bloccato la distribuzione dei farmaci.
Anche in Etiopia, nella regione del Tigrè, gli effetti sono devastanti: oltre 2,4 milioni di persone, già provate dal conflitto, sono rimaste senza aiuti alimentari. L’OMS ha avvertito che otto paesi rischiano di esaurire le scorte di farmaci antiretrovirali nei prossimi mesi, mettendo in pericolo milioni di persone. Si stima che questi tagli potrebbero causare fino a 10 milioni di nuove infezioni e 3 milioni di decessi nei prossimi anni.
Trump ha giustificato la sospensione dei fondi con la necessità di ridurre la spesa estera, ma il risultato è una crisi umanitaria senza precedenti. Anche diversi gruppi evangelici conservatori, storicamente vicini all’ex presidente, hanno criticato la decisione, evidenziando l’ipocrisia di chi si definisce “pro-life” e poi lascia morire i più vulnerabili.
Intanto, ONU, OMS e ONG internazionali chiedono agli Stati Uniti di ripristinare i finanziamenti, ma per ora l’amministrazione Trump resta indifferente, mentre la situazione peggiora giorno dopo giorno.
(18 marzo 2025)
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