di Vasga
La fondazione Mast della Presidente Isabella Seragnoli, imprenditrice e filantropa bolognese, azionista unico della G.D., è centro di cultura sul lavoro e non solo, sostenitore e promotore di iniziative sociali e culturali di grande rilievo celebra i 10 anni della Fondazione e i 100 anni della Fondazione con due importati mostre: quella fotografica di uno dei più grandi artisti fotografi del mondo, Andreas Gursky, e quella di Altan sul mondo di Cipputi. Le mostre sono aperte al pubblico fino al 7 gennaio del 2024.
La prima mostra è impressionante, anche per chi non è un esperto di fotografia, perché partendo da immagini di paesaggio contemporaneo, quindi, molto antropizzato, di grandi dimensioni e attraverso l’arte della post-fotografia che permette il mantenimento di una nitidezza da ogni punto di vista in contemporanea, assicura un coinvolgimento che raramente si incontra davvero. Ma lo stile del grande Gursky permette anche ai meno esperti di essere presi per mano e portati nel mondo dell’astratto, pur mantenendo un collegamento stretto con il reale. Ognuna delle 47 rappresentanti meriterebbe un discorso approfondito a parte. Cito, quindi, solo quella che si aggancia ad una critica sul capitalismo consumistico, indipendentemente dalla posizione moralmente neutra dichiarata dal fotografo.
È quella che riprende i magazzini di Amazon, dove gli oggetti sono raggruppati negli scaffali rispetto alla probabilità che una persona acquisti un oggetto, avendo già acquistato l’altro. Quindi non sono collocati, ad esempio, libri, da una parte ed elettrodomestici dall’altra. Questo è sottilmente impressionante, perché se era noto il fatto che dai tuoi comportamenti si può desumere la probabilità di un tuo prossimo acquisto ed è normale immaginare che questo serva a orientare la pubblicità è, comunque, sorprendente ritrovare questo in una procedura di allocazione fisica di un magazzino, allo scopo di risparmiare tempo nel prelievo di oggetti.
Quindi la fisicità della distribuzione degli oggetti è influenzata dalle nostre inconsce probabilità di essere suggestionati e questo ti dà la netta percezione della ricaduta materiale delle tecniche seduttive immateriali.
Entrando nella seconda mostra quella su Cipputi, in un’atmosfera soffusa e davvero accogliente, si scioglie quel po’ di inquietudine, sorridendo profondamente nel guardare le vignette di Altan, che, però assumono, come si può immaginare, un retrogusto di amara nostalgia. Anche qui, un momento di riflessione viene indotto dall’intervista all’antidivo Altan.
Alla domanda sulle battaglie fatte come autore di Cipputi, un vero filosofo in fin dei conti, Altan dice che la vera battaglia, per lui è stata quella interna a sé stesso, in cui ha sempre cercato di resistere alla sua intuitiva tentazione di adottare pregiudizi, immagini preconfezionate. Non era una semplice autoriflessione, ma era un tentativo di porre una faticosa resistenza a quello che, in prima battuta, gli passava per la testa.
(10 luglio 2023)
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