di G.G.
Tocca pur seguire le indicazioni, no, così – pur restando nella contestazione agitatrice che è propria del solco leghista, soprattutto quando le indicazioni governative vanno in direzione contraria a ciò che si ritiene sia l’interesse proprio del partito e del suo elettorato, ecco accogliere invece a braccia aperte le misure quando riguardano gli emolumenti della politica locale. Soprattutto se a guida leghista.
Il Sindaco che è anche un po’ pare di tutti i sassolesi, di quelli che lo hanno votato, insieme alla sua giunta così amante di cemento, asfalto, potature e cartelli stradali, si aumenta lo stipendio. In linea con la legge, certo, mica se lo sono inventati da soli, a loro basta inventarsi stellari connessioni tra casalinghe e assessorati alla Cultura; non sono per le grandi menzogne, preferiscono le leggende da mercato di paesotto. Perché le leggende, a volte, alla storia ci passano. Mica come certi improvvisati.
Dunque in tre anni lo stipendio di Menani arriverà fino a 4.830 euro lordi, quello del suo vicesindaco a 2.656, e gli altri componenti il cucuzzaro a 2.173. Tutto grazie al cosiddetto partito dei Sindaci che ha spinto e che Draghi, bontà sua, ha accontentato.
Difficile credere che questo Menani sia lo stesso che nel 2006 gridava allo scandalo per via delle finanze pubbliche allo sfascio per colpa degli stipendi troppo alti dei componenti le amministrazioni pubbliche. Anzi a pensarci bene non è affatto difficile pensare che sia lo stesso Menani… Tutto è squisitamente leghista, squisitamente menaniano, squisitamente in linea con le politiche leghiste degli ultimi tre decenni.
(6 marzo 2022)
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