di Giovanna Di Rosa, #Politica
Programmi? Per favore lasciamo da parte questa roba noiosa dei programmi, del futuro e della struttura dell’Italia prossima ventura. Oggi è il tempo dell’entusiasmo e del ritorno del figliol prodigo, quello preso a calci in un passato lontano, esule in terra francese ad occuparsi di politica, e tornato a sacrificarsi per il PD. E’ quasi commovente.
Lasciamo quindi che le lacrime scorrano a fiumi dopo l’ecumenico “sono qui per la verità” (credevo di essere stata colta da ictus per il gran ridere) e non occupiamoci di questioni tediose come i programmi di governo, ché oggi c’è Draghi più vicino a un dio che a un essere umano con pregi e difetti e quindi capace, è il racconto di giornaloni e giornalistoni, con tocco leggero di trasformare persino il PD in una roba seria.
Poi la presidente del partito, Sindaca amata finché si vuole e attuale facente funzioni, in televisione a magnificare le parole di Letta vuote come solo certe teste possono essere a dirci che nonostante quello che ci vogliono far credere il PD sarà sempre quella roba lì: un partito di potentati che in 14 anni di storia ha cambiato otto segretari e che ha continuato a dire che bisognava andare avanti per poi guardare indietro (mi sembra di citare Corrado Costa) cercando l’alleato migliore col quale sedersi al Governo e spartirsi qualche poltrona. Una cosa informe senza programma, senza futuro, senza personalità, senza cultura politica, che non sa quello che fa né quel che dice, perché quando devi mettere d’accordo tutti finisce che non puoi dire niente e con il factotum Franceschini i che è quello che decide dei destini di tutti, spedisce la gente a Parigi e poi se la va a riprendere e tira le fila nel modo che vediamo.
Tutto, cioè niente, succede mentre Zingaretti dice al PD cose chiarissime allargando la sua giunta regionale del Lazio a due del M5S, mentre dopo il nulla-video su Facebook di Enrico Letta – si definisce “candidato”, ma si dimentica di dire “unico”, perché un simile casino chi se lo prende in carico? – tutti i potentati e capi-potentato del PD diventano improvvisamente lettiani, dopo essere stati veltroniani, bersaniani, renziani, zingarettiani – ma ameno in un paio di casi c’era la scusa delle primarie, eliminate, se non mi sbaglio, addirittura per statuto. Provino a eliminare per statuto anche l’inutilità politica, magari serve anche all’Italia.
(13 marzo 2021)
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