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Di politica leghista, sindaci scrivani e antennisti. O di Menani e della città che non c’è

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di Giancarlo Grassi

La politica leghista dell’invenzione di ciò che non c’è ad uso elettorale ci ha abituati, ed ha colpito dove doveva le povere teste di un elettorato credulone e molto umile, all’apparizione di personaggi di nessunissime capacità e di ego ipertrofico condito, nel migliore dei casi, da un bassissimo livello culturale.

Il Sindaco Menani, votato dai sassolesi del perdona loro perché non sanno quello che fanno, è l’esempio del leghismo della città che non c’è, ma se ve lo dico io c’è che è il cavallo di battaglia delle orribili destre italiane delle realtà parallele: realtà che vedono solo loro.

Menani ne ha fatto buon uso: racconti di blackout temporanei dove a causa dei quali si favoleggiava di furti ed altre possibili aggressioni, mai avvenute; blackout dove si delirava di possibili violenze sessuali e disordini sociali, mai denunciate né avvenuti, in piena paranoia complottista. Fino al silenziamento dei blackout che sparirono dalle cronache. Anche in quei casi Menani scriveva lettere e inviava veline sindacali esilaranti con presumibile sconcerto dei quotidiani locali – a parte quelli che fanno direttamente copia incolla dei comunicati stampa per scelta editoriale e acriticismi forse culturali. Oltre che per una certa pigra incapacità provinciale.

Nel frattempo il Sindaco riusciva a sperticarsi in complimenti su gran belle donne, via Facebook. E anche quello è uno stile.

Poi venne il covid con conseguenti chiusure da pandemia: anche quelle vennero interpretate nella peculiare maniera che Menani ha di interpretare la realtà: funzioni religiose in piazza in pieno DPCM per affidare Sassuolo alla madonna, nel trionfo della politica da baciapilismo, con tanto di foto sulla pagina Facebook ufficiale del Comune.

Il Sindaco non ha fatto mancare niente alla sua comunità. Ad una spiccata propensione alla divisione dei propri cittadini in sassolesi di serie A e di serie B ha inaugurato le cene nella centralissima piazza Garibaldi – ad un prezzo che se fossi Sindaco mi darebbe da pensare – dove tutta la Sassuolo à la page corre ad ingozzarsi il giovedì sera estivo mentre nella piazza a fianco poveracci, migranti e négher possono godersi un rachitico mercatino e qualche sconto nei negozi. Durante la gestazione di queste idee geniali inno all’uguaglianza e all’unione sociale, il Sindaco leghista trovava il tempo per regalare due capolavori da stampa nazionale: una specie di lista di proscrizione per chi elargiva elemosine, poi rientrata. Fu preso a sberle persino da l’Avvenire. Un capolavoro.

Aveva fornito altri preziosi suggerimenti, il sindaco leghista, tra i quali quello a quindici esodati ad andare a lavorare in Russia; del resto, come ci racconta la cronaca oggi, Putin è un uomo accogliente. Eravamo al “Fama, infamia… Che importa. Sarò ricordato” [cit.].

Venne poi il periodo dei video in cui il Menani, che è anche un po’ vostro padre, riusciva a dire ciò che sembra impossibile ai più, compreso parlare della “seconda parte del coronavirus“, perché per la Lega e la destra sassolesi la cultura e la precisione del lessico sono tutto. Scompariva, frattanto, l’odiosa ordinanza che vietava le elemosine con tanto di liste. In silenzio. Che non se ne parli più troppo. Ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo ed esplodevano polemiche sulle questioni No-Vax con uno dei componenti la sua giunta, poi dimissionatosi, agitatore del No ai vaccini in coerenza col suo credo personale: Menani si guardò bene dal dire una parola sulla questione.

Quindi si arriva alla questione Rai, con il Sindaco leghista che si vanta di avere scritto lettere di una certa durezza, che si lamenta delle non risposte della Rai, che riscrive alla Rai inviando una lettera di rarissima cafonaggine addirittura alla presidente (che non ha praticamente nessun potere e, certamente, non si occupa di antenne) e quindi riceve una risposta dove gli viene consigliato di “chiamare un antennista” e dire ai suoi cittadini di farlo a loro volta, dato che hanno tutti puntato le antenne nella direzione sbagliate.

Menani, capolavoro di umanissime ignavia ed accidia, addirittura si vanta pubblicamente della risposta. Davvero per fare certe cose, diceva qualcuno, ci vuole orecchio.

 

(16 luglio 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 



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