di Giovanna Di Rosa
Da una parte all’altra degli scranni occupati da ministri senza preparazione e con poca cultura democratica, e pochissimo senso delle Istituzioni, di cui si è circondata per necessità la presidente Meloni (per questo lei sembra svettare come una regina), si percepisce un tratto comune che i Signori Ministri di cui sopra si dimenticano non appena su quelle poltrone assisi: essi giurano fedeltà alla Repubblica fondata sulla Costituzione antifascista. Non giurano sulla Bibbia, non giurano sulle loro convinzioni personali.
Ma il loro giuramento sulla Costituzione antifascista viene dimenticato non appena si presenta l’occasione per loro di dimostrare coi fatti e con le parole di avere definitivamente messo da parte il fascismo squadrista dei picchiatori su commissione per il bene del regime di un dittatore tarchiato, mascellone, guerrafondaio, razzista e incapace. Certi Signori Ministri infatti, tra dichiarazioni censorie rivolte a una preside che ha persino il pregio di scrivere in un magnifico italiano (e l’invidia è una brutta bestia); tra busti di Mussolini eredità famigliari irrinunciabili, in quanto famigliari non in quanto fasciste; tra dichiarazioni e accuse di invenzioni sul presunto fascismo che in Italia non c’è e senza spiegare come si definirebbero i pestaggi sulla pubblica via attribuiti ai giovinastri di Azione Giovani, gioventù fratellitaliota i cui testosteronici esponenti sembrano ispirati da calci, pugni e manganello, sono preda di amnesia. La Costituzione antifascista sulla quale si è giurato non esiste più a favore di una narrativa massificata sui deliri di chi si inventa gli assalti fascisti (il pestaggio sembra non esserci stato, nel racconto del ministro Valditara e nel suo puntare il dito contro la preside che sa scrivere e sa di cosa scrive).
Nel sorvolare sull’adolescenziale agire dei buon Donzelli e Dalmastro (clamorosamente scomparsi dalle cronache, avete notato?), ci limitiamo a commentare la totale inadeguatezza di questa classe dirigente messa lì forse per far brillare la presidente del Consiglio, o forse perché di meglio sul mercato non c’era, ma vorremmo farvi notare come per evitare ogni possibile dibattito sui loro clamorosi errori tutto questo cerchio magico che circonda Meloni trasformi le interviste in una difesa ad oltranza della leader, quando se c’è una cosa che Meloni sa fare benissimo, e lo fa assai meglio di come governi, è proprio difendersi dagli attacchi.
(26 febbraio 2023)
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