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Continuiamo a pensare che gli scontri tra tifoserie servano solo a esasperare ulteriormente un clima già malato

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di E.T. #Politica twitter@gaiaitaliacom #Lopinione

 

Non avevo bisogno di stare a guardare Porta a Porta per sapere che Matteo Renzi avrebbe fatto a pezzi Matteo Salvini, e infatti ho fatto altro. Non avevo bisogno di stare a guardare Porta a Porta per sapere che tra i due leader politici c’è un abisso di preparazione e capacità nettamente favorevole a Renzi ma anche un abisso in fatto di voti, a favore di Salvini. Avevo però ragione a temere che il fare a pezzi Salvini a Matteo Renzi sarebbe servito a poco. Perché gli elettori del Capitano oggi sono ancora più convinti di ieri di votare il Capitano. E non è una novità per chi è deciso a votare Renzi che il leader leghista sia considerato un impresentabile fanfarone bugiardo.

Dall’altra parte di Renzi pensano lo stesso. E non solo dall’altra parte. Anche dalla parte nella quale Renzi stava – stretto – fino a due mesi fa. I valori in campo li conosciamo. Ciò che non conosciamo, o fingiamo di non conoscere, ciò che Renzi, il PD ed il M5S sembrano voler ignorare o non indagare, sono le ragioni per cui molta gente che si è definita rossa fino a un paio di anni fa, sia diventata verde.

Ho letto sui social e sui giornali online le tifoserie scatenate a difendete il loro idolo: da parte salviniana tutti gli insulti possibili su Renzi, da parte di coloro che massicciamente stanno aderendo a Italia Viva gli applausi a Renzi che ha asfaltato Salvini. Come se le elezioni si vincessero a Porta a Porta. Ma in quella sede, tutti coloro che scrivono sui social come se fossero grandi statisti dovrebbero saperlo, le elezioni si tenta di pilotarle attraverso le furbissime domande del conduttore che non è certo imparziale come tenta malamente di trasmettere.

A smontare le tesi di Salvini non ci vuole granché, il punto è che i ragionamenti con cui Renzi li ha smontati sono entrati dall’orecchio sinistro per uscire dal destro, o viceversa… Lo scrivo perché in mattinata tra le 6.30 e le 9.00 ho girovagato per luoghi pubblici – bar, uffici, treni – dove la gente parla. Anzi, straparla. E la maggioranza di coloro che ascoltavo parlare o straparlare, e il cui eloquio denunciava chiaramente una certa ingeuità di contenuti diciamo così, erano tutti a favore di Salvini. I colti universitari che parlano a voce alta sui treni affinché le persone si accorgano che sanno, stavano a favore di Renzi. Sapevo anche quello. O almeno lo potevo immaginare.

C’è un’altra cosa che mi aspettavo, ma sulla quale speravo di sbagliarmi, cioè la divisione in tifoserie ululanti di coloro che dichiarano il proprio voto per questo o quell’altro candidato; una divisione in tifoserie i fanatici, questo quotidiano lo ha già scritto, che non fa bene a Renzi, ma invece fa benissimo a Salvini perché gli elettori i Salvini sono quella roba lì. E fin quando qualcuno non griderà più forte del Capitano, più forte ed in maniera più convincente, su argomenti ancora più triviali e semplici – in quel senso la leader di Fratelli d’Italia sta migliorando [sic] a passi da gigantessa – il loro voto non cambierà.

La destra di questo paese vuole un leader con manie di grandezza, gaffeur e bugiardo, un po’ guascone che le racconti grosse e sia abile a dare la colpa agli altri e che possibilmente non faccia nulla gridando che ha fatto tutto e di voler continuare a fare tutto. Se Matteo Renzi lo rincorresse su quel terreno farebbe un drammatico errore. Come un drammatico errore stanno facendo coloro che scambiano la militanza politica per tifo acritico ed aderenza tout-court al leader. Sono certo che nemmeno Matteo Renzi voglia un partito e degli attivisti alla Salvini. E sono sicuro che gli scontri tra tifoserie fanatiche, per una volta il calcio insegna, servano a poco. Anzi, a nulla.

Lo scrivo con rispetto per tutti: attivisti, militanti e tifosi. Fermo restando che se la scelta fosse tra il Matteo di Italia Viva e il Matteo di Italia Putin sceglierei il primo senza pensarci un attimo.

 

 

(16 ottobre 2019)

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