Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una serie di sconvolgimenti socio-politici che hanno avuto un impatto diretto sul mondo del lavoro. Anche se la pandemia è fortunatamente alle spalle, ancora oggi si sentono gli effetti negativi. Restando nel contesto attuale il conflitto russo-ucraino, la guerra tra Hamas e Palestina e i disordini nel Mar Rosso hanno provocato tantissimi disagi, come l’aumento delle materie prime, dell’energia e del carburante.
Proprio l’aumento del carburante è uno dei problemi principali che sta avendo un impatto diretto sul mondo del lavoro. Molte persone si recano al lavoro con l’auto e quindi una parte del loro stipendio se ne va proprio in benzina.
Questo è un problema sul quale si stanno concentrando anche le aziende soprattutto nell’ottica del welfare aziendale, che riveste ormai un ruolo cruciale nel contesto lavorativo attuale. La soluzione migliore? I bonus benzina, che vengono incontro alle esigenze dei dipendenti e consentono loro di ottenere un notevole risparmio.
Analizziamo di seguito per grandi linee il funzionamento di questo benefit, mentre per avere informazioni più precise e conoscere quali sono i limiti temporali e le modalità di erogazione rimandiamo all’articolo di approfondimento sui bonus benzina.
Il bonus benzina è un voucher, cartaceo o elettronico, che i datori di lavoro assegnano ai dipendenti e può essere usato per rifornire l’auto di carburante come benzina, diesel, GPL e metano, o per ricaricare i veicoli elettrici.
I buoni benzina possono essere distribuiti dai datori di lavoro privati, come ad esempio titolari di partita IVA, imprese individuali ed enti non commerciali. Sono escluse invece le amministrazioni pubbliche, fatta eccezione per gli enti pubblici economici che non rientrano tra le amministrazioni pubbliche e che quindi fanno parte del settore privato.
Possono fruire di questo benefit determinati soggetti come dipendenti a tempo indeterminato e determinato, dipendenti in smart working, apprendisti, stagisti e collaboratori a progetto o co.co.co. Non possono accedervi invece i titolari di partita IVA e i dipendenti pubblici.
I vantaggi sono piuttosto evidenti per i datori di lavoro, ma anche per gli stessi dipendenti. L’intero costo sostenuto per l’acquisto dei buoni carburante è infatti interamente deducibile ai fini IRES o IRPEF. Inoltre si rafforza la fiducia e la fedeltà dei collaboratori verso l’azienda, che può contare su una maggiore produttività. E ancora si riduce in modo significativo il tasso di assenteismo e di turn over e risulta più facile trattenere e anche attirare i migliori talenti del settore.
I dipendenti vedono chiaramente aumentare il loro potere d’acquisto, poiché per fare il rifornimento alla propria auto non devono mettere mano al portafogli, ma semplicemente esibire il voucher. Si sentono così apprezzati e gratificati dall’azienda e lavorano in un contesto lavorativo stimolante che consente di esprimere al meglio il loro potenziale.
(8 marzo 2024)
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