Sensibilizzare la cittadinanza sulla condizioni del popolo Saharawi, anche tramite gemellaggi e scambi culturali che coinvolgano i campi profughi, e sollecitare per quanto di propria competenza l’istituzione di un referendum di autodeterminazione per il Sahara occidentale. È l’appello, rivolto al Governo italiano e all’Unione europea, contenuto nell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 28 gennaio; la mozione, presentata da Katia Parisi di Modena civica e sottoscritta da tutti i gruppi (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Lega Modena, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia), è stata approvata dopo essere stata emendata su richiesta di Andrea Giordani (M5s), che ha domandato di impegnarsi anche per il riconoscimento della Repubblica araba Saharawi democratica.
Illustrando il documento, la consigliera Parisi ha ricostruito la difficile situazione nel Sahara occidentale negli ultimi decenni, dove da novembre 2020 si sono verificati “nuovi scontri tra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario dopo quasi 30 anni di ‘cessate il fuoco’ firmato tra le parti”. Parisi ha ricordato quindi l’impegno del Comune e di diverse realtà modenesi a supporto alla causa Saharawi, a partire dal Patto di amicizia col Comune Saharawi di Edchera stipulato nel 1997 e dall’accoglienza estiva, anche con la collaborazione delle associazioni di volontariato, dei ‘Piccoli ambasciatori di pace Saharawi’. “Si tratta di un’attività – ha spiegato Parisi – che ha consolidato un legame indissolubile tra la nostra comunità e gli abitanti dei campi profughi della Repubblica araba Saharawi democratica”.
La mozione, quindi, esprimendo “solidarietà e sostegno al popolo Saharawi”, e sollecitando “la fine delle ostilità nell’area e l’avvio di un percorso di pace”, chiede anche che sia mantenuto “l’approvvigionamento di aiuti internazionali pianificato dalle agenzie Onu per i rifugiati in Algeria, in coordinamento con la Mezza luna rossa Saharawi”.
Aprendo il dibattito per il Pd, Marco Forghieri ha sottolineato che il popolo Saharawi “ha tanti amici a Modena, nella nostra città si concentrano attività e associazioni che non si limitano alla testimonianza, ma sono operativi, come ha fatto l’Amministrazione stringendo un Patto di amicizia col Comune di Edchera”.
Esprimendo soddisfazione per il voto unanime sulla mozione, Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha condannato il conflitto in corso nell’area del Sahara occidentale e ha ribadito la necessità che “il Governo si attivi per il ripristino di accordi internazionali che favoriscano soluzioni di pace”.
Per Lega Modena, Beatrice De Maio ha affermato che la ripresa delle ostilità dello scorso novembre “era quasi scritta: i conflitti irrisolti presentano sempre il conto”. La consigliera ha sollecitato l’importanza dell’indipendenza non solo per i Saharawi “ma pure per altre comunità i cui diritti sono negati”. Richiamando l’importanza del principio di autodeterminazione anche per questo popolo, Giovanni Bertoldi ha messo l’accento sul rapporto stretto con Modena, in particolare “dal punto di vista sanitario. È importante curare i bambini che arrivano nella nostra città, così come prestare assistenza nei campi profughi”, ha affermato.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha riportato in aula le parole di Minetu Larabas Sueidat, segretaria generale dell’Unione donne saharawi, ricordando l’impegno dell’associazione per favorire i diritti e lo status delle donne “ma soprattutto le campagne di sensibilizzazione avviate per migliorare le condizioni sanitarie nei campi profughi, cercando di garantire dignità”.
(29 gennaio 2021)
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