di Giovanna Di Rosa
Votano sulla Costituzione antifascista, ma sembrano, in realtà, farlo per affermare il proprio credo. Queste sono le destre di questo paese che continuano ad offrire uno spettacolo patetico tra tentativi di revisionismo storico, riscrittura della realtà, guerriglie ideologiche simil-teocratiche e una totale incapacità di governare il quotidiano, tra boutade incredibili, codici dai nuovi titoli improbabili e condoni negati come tali.
Lo show non poteva mancarsi, il presidente del Senato di uno Stato la cui Costituzione è antifascista si esibiva con il giornalista Senaldi in una iniziativa di Libero Quotidiano, notoriamente quotidiano di famiglia, e dunque parlava a chi ha orecchie per sentire e rispondeva a domande non certo scomode. Così è venuto il battutone: “Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS (…) i partigiani rossi non volevano un’Italia democratica perché avevano il mito della Russia comunista”. La dichiarazione dentro il podcast – “Terraverso” di Libero Quotidiano.
E via in difesa di Meloni che, va precisato, è perfettamente capace di difendersi da sola e rispetto alle dichiarazioni acrobatiche dei suoi compagni di governo, rimane strettamente nei confini della prudenza. Poi La Russa torna su argomenti noti confermando “parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito una delle pagine più brutali della nostra storia“.
Così tocca intervenire a Elly Schlein, segretaria del PD che non può stare zitta, naturalmente (al contrario dei compagni di partito di la Russa che si guardano bene da dire qualcosa); “Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre”, dice Elly Schlein, che condanna senza appello le opinioni della seconda carica dello Stato dando corpo a un’indignazione crescente in queste ore. Interviene anche il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, che definisce “semplicemente indegne” per “l’alta carica che La Russa ricopre” e dell’ennesimo “gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”.
(31 marzo 2023)
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