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E improvviso un grido “Copriti il naso!” (il naso era il mio)…

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di G.G., #ilSassolino

Questa mattina dovendomi recare al supermercato per volgari acquisti da volgare sopravvivenza ho inforcato la mascherina e mi sono diretto piè veloce verso il luogo dove mi sarei rifornito delle poche masserizie delle quali mi nutro, determinato a fare in fretta – non più di sette minuti all’interno del parallelepipedo, mi ero ripromesso – perché ogni volta che mi muovo all’interno di questa cittadina di muggiti e altri versi nella quale sono costretto a stare causa lockdown – ci sono anche nato non per mia scelta, salvo scapparmene non appena ho potuto – trovo qualcuno che mi riempie di insulti.

Deve essere la mia faccia, o qualcosa che mi porto addietro, forse puzzo e non lo so, o forse vengo percepito come straniero, sta di fatto che camminando io a passo piuttosto sostenuto e portando gli occhiali, quando sono in marcia non mi riesce di tenere la mascherina sul naso: non riesco a respirare e mi si appannano le lenti. Ho l’accortezza di rimettermela sul viso non appena vedo che sto per incrociare qualcuno, così che mi ha stupito essere ripreso a grida da una poveretta che indossava una mascherina di quelle sconsigliate (per dire) e camminava a braccetto [sic] di un’altra donna, forse la madre o che ne so io, “copriti il naso!” improperi al seguito, essendole io passato ad almeno dieci metri di distanza.

Non vivo nel terrore di prendermi il Covid, non frequento nessuno, a maggior ragione in un posto dove la gente ti insulta perché non sbagli i verbi e chiedi le cose per favore, e che ha votato il Sindaco che ha votato perché la colpa è sempre di qualcun altro, dunque il grido isterico della poveretta mi ha stupito (naturalmente non mi ha lasciato senza parole, al contrario).

Nel post delirio ho trovato stupefacente, a conferma di molte mie ruminazioni che partono da lontano, come i più attaccati alla vita siano quelli che pensano di averne una e come, dalla loro inutile inquietudine rispetto al non essere eterni – persino le formiche nel loro piccolo, applaudono – partano gli insulti diretti generalmente verso il primo che passa per i motivi più futili: un naso scoperto (manco fossero i genitali) o una mascherina indossata male al grido di “Stronzo è colpa tua se mi ammalo” senza nemmeno pensare all’eventualità che io potessi essere sano, come effettivamente sono, finché dura. Perché anche quando non c’era il Covid nessuno era eterno. Per dire.

Eccolo l’allegro racconto di una allegra mattinata in cui hai fatto tutti gli incontri che desideri, compreso uno con un comportamento che è la verità spiegata di tutto quello che vedi attorno a te e che vuoi inserire all’interno del termine Italia profonda. Così ti sovviene una riflessione che non è, invece, niente affatto allegra: si rende contro certa gente che rispetto alla loro oscurità questa pandemia non è assolutamente nulla?

Con tanti cari saluti alla mamma. Donna fortunata, oserei scrivere…

 

(11 marzo 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 




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