di Redazione #Vignola twitter@modenanewsgaia #Spettacoli
Giovedì 16 gennaio alle ore 21.00 il Teatro Ermanno Fabbri di Vignola ospita Barzellette, il nuovo lavoro teatrale di Ascanio Celestini tratto dal suo omonimo libro, uscito a gennaio 2019 per Einaudi Stile Libero.
Celestini sceglie di confrontarsi con questo particolare tipo di linguaggio perché permette di smontare e conoscere l’inconscio attraverso l’ironia e perché tutte le barzellette ci permettono di ricordarci che possiamo ridere di ogni tema, ma soprattutto di noi stessi.
Artista poliedrico, da sempre Ascanio Celestini lavora con diversi linguaggi: Appunti per un film sulla lotta di classe nasce come spettacolo, diventa poi un film e un disco che ha vinto il Premio Ciampi. Pecora nera nasce in teatro, diventa un libro e un film presentato alla mostra di Venezia. I racconti de La fila indiana nascono in televisione e solo dopo essere passati dal teatro diventano libro. Le Barzellette provengono già da fuori del teatro, nascono come libro con l’editore Einaudi e in teatro diventano uno spettacolo aperto soprattutto alla collaborazione con i musicisti.
Le barzellette hanno attraversato il mondo vestendosi dell’abito locale. La stessa struttura di una storiella sarda che racconta la lite tra vicini la ritroviamo in una barzelletta cecoslovacca sull’invasione russa del ’68. I tirchi sono scozzesi o genovesi e, un po’ovunque, ebrei. Le barzellette sugli afroamericani quando arrivano in Italia finiscono sul corpo degli zingari. Ma se ne metti in fila tante, si può dimostrare che nelle storielle c’è sempre anche una grande compassione.
Lo spettacolo ha una storia che verrà usata come cornice, ma in ogni replica a teatro le singole narrazioni cambieranno per salvaguardare la modalità improvvisativa.
Una piccola stazione terminale. I treni arrivano e tornano indietro perché i binari si interrompono. Un vecchio ferroviere parla al becchino del paese in attesa di un morto di lusso. Un emigrante che ha fatto fortuna all’estero e, ora che è morto, sta tornando al paese per farsi seppellire. Nell’attesa il ferroviere racconta le sue barzellette, quelle che ha raccolto dai viaggiatori. Gente sconosciuta che arriva e riparte senza lasciare nient’altro che le proprie storie buffe. Nel tempo il vecchio ferroviere s’è innamorato delle sue storielle e non sappiamo se un giorno le racconterà davvero all’uomo per il quale sono state raccolte. O forse gliele ha già raccontate.
Forse il capostazione è lui. Forse non c’è nemmeno una stazione, il treno non arriverà mai e il becchino è venuto per seppellire proprio il barzellettiere. L’unica certezza è che quel vecchio non riesce a starsene zitto.
(13 gennaio 2020)
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