Un rimpasto o una crisi di governo vera e propria? Non sappiamo, ma la strada parrebbe tracciata anche se non ancora obbligata. Salvini le fa la guerra attaccando attaccando Von der Leyen che pare essere l’unica a prendere Meloni ancora sul serio e vedremo per quanto, e crescono le inquietudini sulle sorti economico-giudiziarie di Daniela Santanchè per il momento ministra del Turismo stipendiata con soldi pubblici per dire che in Versilia la stagione va benissimo.
La risposta è sempre quella: lo chieda ai residenti in Versilia se la stagione è andata benissimo o no, potrebbe avere sorprese. Certo non tanto sgradite come quelle possibili dalle Procure, che non le auguriamo. Ma torniamo a Meloni presa a sberle poche ore fa dall’UE mentre era all’ONU a gridare, con tempismo perfetto dati i tempi, che quella sui migranti è una “guerra globale” e “nessuno si chiami fuori”. Quando si dice la grazia. In più ci sono i mercati che sono pronti a impallinarla come nel 2011 – deve avere gli incubi, dopo essere stata ministra di quel Governo – metti che comincino a lavorare di spread. Quale migliore conferma al complottismo da under dog che pulsa, profondo, nelle vene della leader della dinastia famigliare nota come Fratelli d’Italia?
Urgerebbero politicamente scelte diverse, anche radicali, e l’UE sarebbe lì a dirle cosa potrebbe fare per portare l’Italia, con un governo politico e non tecnico, come uscire dalla palude-Salvini e da un agitarsi che non sembra al momento dare grandi risultati. Lei ha la grinta e le capacità, rischia di non avere più i numeri in breve. Né quelli in parlamento né quelli che macinerebbero le previsioni economiche che già Giorgetti vede a pezzi. Abbia coraggio. Rischia di farsi un bel regalo.
(21 settembre 2023)
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