di Gia.Gras.
Il nuovo miracolo italiano del governo Meloni e destre-destre si ferma al dicembre già deciso dal governo Draghi. Il cuneo fiscale, o meglio il nuovo taglio del cuneo fiscale porterà nelle tasche dei lavoratori dipendenti una cifra netta tra 50 e 100 euro al mese da luglio a dicembre di quest’anno. E’ il miracolo a tempo del governo Meloni. Cosa succederà dopo dicembre non lo sa neanche lei. E nel frattempo attacca i giovani che vanno al Concertone.
Per intanto il Consiglio dei ministri del Primo maggio il governo Meloni ha deciso di aggiungere altri quattro punti di taglio a quelli preesistenti, scrive Repubblica.
Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari spiega poi che si è arrivati oggi “a 7 punti in meno per i redditi fino a 25 mila euro lordi annui. E 6 punti in meno per i redditi tra 25 mila e 35 mila euro lordi. In totale si tratta di 4 miliardi (3 miliardi al netto delle tasse) che verranno distribuiti ai lavoratori dipendenti per sei mesi, da luglio a dicembre. Dal primo gennaio 2024 il taglio del cuneo non è più finanziato. Se non sarà rinnovato dalla prossima manovra, le buste paga si sgonfieranno”. Tutte le promesse della campagna elettorale scomparsi, non ci sono fondi. Ma prima non lo sapevano. Dovendo pensare a come raccontarla agli italiani non avevano tempo per documentarsi. Del resto anche la sorpresina della presidente Meloni – taglio a 7 punti, che abbondanza! – non è in realtà una misura strutturale. E’ un contentino pro-tempore (come certe carriere politiche) e poi si vedrà.
E Landini picchia duro: “Il taglio del cuneo è una nostra richiesta, ma si tratta di una misura temporanea, non strutturale. Non c’è il fiscal drag e quindi non aumenta il netto in busta paga, solo il prelievo fiscale. Non c’è la tassa sugli extraprofitti e la riforma sul Reddito serve solo per fare cassa. E contro la troppa precarietà si liberalizzano i contratti a termine. Dopodiché non ci hanno dato un testo e veniamo convocati solo la sera prima”. E la Lega si toglie un sassolino dalla scarpa: “Tutto quello che non piace alla Cgil, piace agli italiani”. Vedremo come la metteranno con i loro numerosi elettori iscritti al sindacato di Landini. C’è poi Pierpaolo Bombardieri: “Il decreto aumenta la precarietà”. Poi la Cisl sembra sparigliare le carte: “Col governo si può aprire un nuovo cammino di dialogo sociale se veramente riuscirà a determinare un nuovo percorso di confronto”. E’ prudente la Cisl perché del testo definitivo nemmeno l’ombra. Così ci si mobilita: manifestazioni territoriali unitarie a Bologna il 6 maggio, il 13 a Milano, il 20 a Napoli.
Ed è ancora Repubblica che anticipa alcune novità dell’ultima ora: innalzamento “della soglia esentasse per i fringe benefits dai 258 euro attuali ai 3 mila euro, ma solo per i lavoratori con figli a carico. Liberalizzazione sui contratti a termine senza causali, la cui durata viene allungata da 12 a 24 mesi, a 36 mesi solo con l’ok del ministero”.
Per dirla con Elly Schlein: “Un decreto della precarietà, più che del lavoro”.
(1 maggio 2023)
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